martedì 15 maggio 2012

Ciccio mi manca....


E dopo tanto pensarci su, rimuginare, rimandare e starci anche un po’ male….
Stasera finalmente ho “vuotato il sacco” con Ciccio.
Non so se e quanto sia stato utile; so che le mie parole lo hanno toccato, ma non so quanto a lungo termine saranno le conseguenze. Ad ogni modo, adesso mi sento addosso quella strana sensazione di quando vorresti sentirti più leggero perché ti sei tolto una serie di pesi dallo stomaco, e invece qualcosa di inspiegabile continua a farti male dentro la pancia.

Ciccio non ha mai realizzato il suo vero sogno; Ciccio voleva fare il musicista; il musicista di quelli importanti, che suonano sui palchi con i musicisti conosciuti, voleva viaggiare per il mondo inseguendo la sua musica, voleva sentirsi orgoglioso e fiero di sé e del suo strumento musicale.
Ma Ciccio vive in un tugurio in fondo al mondo chiamata Palermo, non ha mai avuto i giusti agganci, probabilmente ha iniziato troppo tardi a studiare “seriamente”, mentre ha perso gli anni “d’oro” dell’adolescenza studiando da autodidatta e tagliandosi fuori dagli ambienti più promettenti.
Quando ha dato una svolta ai suoi studi, iscrivendosi al Conservatorio, era già grande, lavorava e i suoi tempi erano necessariamente ridotti… Poi ha deciso di sposarsi e in poco tempo è anche arrivata la sua prima figlia… Risultato, ormai i suoi sogni di gloria sono andati in frantumi, Ciccio si accontenta di insegnare musica nelle scuole private, sentendosi per altro enormemente inadeguato e mediocre. Ogni tanto suona, in modo incostante e saltuario, con qualche gruppo “di fortuna”, sentendosi sempre un pesce fuor d’acqua e non riconoscendosi mai una identità “vera” come musicista….

Ciccio oggi è un insoddisfatto per scelta, che vive la sua vita all’insegna dell’autocritica e della frustrazione, perché i suoi sogni non si sono mai realizzati e ormai, diciamocelo sinceramente, non si realizzeranno più; perché intraprende a volte qualche progetto di studio che non porta mai da nessuna parte e perché i suoi tempi sono irriducibilmente compromessi dagli impegni che arrivano dalla sua famiglia e dal suo lavoro.
Ciccio vive una vita convulsa, sempre di corsa, inseguendo sé stesso, la possibilità di studiare e, a volte, la voglia di mandare tutto a puttane e dimenticare per sempre di aver sognato di fare il musicista.

Ciccio mi fa una tenerezza incredibile, perché i suoi occhi sono sempre pieni di malinconia, di solitudine, di vergogna e di infelicità.

Ma negli ultimi mesi Ciccio se n’è andato lontano.

Quando è con Sofia i suoi pensieri sono persi altrove, fisicamente è con lei ma la sua testa è ad uno spartito; il suo sguardo a volte è perso nel vuoto perso tra un solfeggio e una partitura ed è anche capitato che, vedendolo assorto nei suoi pensieri, Sofia si sia andata a sedere accanto a lui assumendo la sua stessa posizione assorta, un po’ per imitarlo, un po’ forse anche per cercare di raggiungerlo in quel posto sperduto e introvabile nel quale lui si era andato a perdere con i suoi pensieri.
Quando è con me è piuttosto silenzioso, spesso nervoso, generalmente giù di tono.
Negli ultimi mesi ho sentito scivolare giù ogni minimo residuo di interesse e di attenzione verso di me; dalle cose più banali a quelle più “eclatanti”, sempre rimanendo nel campo delle “frivolezze, per certi versi. Dal non rendersi conto di un cambio di trucco o di una maglietta nuova, al non trovare il tempo (io dico la volontà e la spinta) per comprarmi un regalo per il compleanno o per la mia specializzazione….
E anche questa, che sembra una cosa stupida e probabilmente immatura, per me è diventato un chiodo doloroso, una dimostrazione di assenza di cure, di pensieri, di attenzioni.
Non è il regalo in sé e lo giuro su quel che ho di più caro,
E’ il sentirsi importanti, pensati, al centro dell’attenzione del tuo amore; è sognare di ricevere uno di quei romanticissimi scatolini “preziosi”, magari contenente un pezzo di bigiotteria da poche lire, ma pensato e scelto per me…. E’ il sentirsi oggetto di fantasie, pensieri, progetti…

Ma io sono “grande”, di queste cose mi faccio una ragione, penso solo che sta molto male per essersi ridotto a questo punto, e cerco di non aggiungere il carico delle mie delusioni a quello delle sue frustrazioni.

Sofia invece è piccola. Sofia non ha ancora la capacità di rendersi conto di questa scissione, tra l’amore di suo padre e la sua capacità di stare insieme a lei con vitalità, gioia, pienezza.
Sofia ha semplicemente finito con l’allontanarsi tantissimo da lui, con il piangere quando lui la prende in braccio perché, se in casa ci sono anche io, lei vuol stare solo con me; e, ovviamente, ha smesso di obbedirgli, fa un sacco di capricci con lui (li fa anche con me… ma con me a un certo punto smette) e, in generale, credo abbia perso un pezzo della piacevolezza dello stare insieme a suo padre.

Ieri sera, mentre le faceva il bagno e lei si stava comportando benissimo, io stendevo la biancheria nello stendino in bagno e lui ha iniziato a lamentarsi con me “ultimamente questa bimba è diventata capricciosa e disobbediente…..”…
L’ho guardato, anche se mi dava le spalle, e gli ho solo detto “non ricalcare le orme di tua madre”.

So che ieri sera non ha capito quel che volevo dirgli, ma stasera gliel’ho spiegato esplicitamente.

Sua madre ha sempre da ridire sulle sue “assenze”, sulla sua lontananza, sulla frequenza delle nostre visite etc; e Ciccio va su tutte le furie quando le telefona e, al posto di “ciao come stai?” si sente dire “non ti fai mai sentire”.
Ieri sera Sofia stava facendo proprio la brava e, anziché fare quella lamentela fuori luogo, avrebbe potuto cercare di sfruttare l’occasione del bagnetto per giocare con lei, essere complici, farsi due coccole…
Sofia è piccola. Ma capisce pressoché tutto ormai. E anche se, apparentemente, era presa dalle sue paperelle dentro la vasca, so che sente il peso e la pressione delle aspettative di suo padre; di quelle mancate verso sé stesso, che poi diventano anche critica verso sua figlia.

Ciccio è andato via lontano, anche se il suo corpo è qui.
Ciccio mi manca da morire, e manca anche a sua figlia.
Tra tre mesi arriverà anche la sua seconda figlia, e io ho una paura fottuta di come affronteremo quest’ulteriore cambiamento, la necessità di esserci al trecento per cento per non far soffrire Sofia, offrire tutte le attenzioni e l’amore possibile anche alla piccola in arrivo, e non crollare come coppia.

Stasera ho vuotato il sacco con lui, mentre Sofia era crollata dal sonno tra le mie braccia, dopo una cena andata sottosopra perché lei aveva sonno e non voleva minimamente saperne di esser messa sul seggiolone a mangiare.
Lui sbucciava una mela senza guardarmi negli occhi, annuiva, sospirava…
E poi è uscito per una delle sue prove che, mi duole dirlo, non servono quasi a nulla.

Ciccio mi manca.
E lo rivorrei indietro per come era sei anni fa.
E l’unica cosa che sono riuscita a fare, è stata suggerirgli di prendere i fiori di Bach.

Non c’è che dire.
Proprio un grande aiuto.