sabato 16 maggio 2015

Recupero in corso....

Diana è stata vista dal neuropsichiatra. A noi è piaciuto tanto, ci è parso molto umano, accurato, presente e preciso. A lui non sembra ci siano segnali manifesti di patologie genetiche, pur trovando comunque opportuno il consulto genetico (fissato il 15 giugno). Tuttavia è ipotonica, asimmetrica e in ritardo con una serie di riflessi che sarebbero già dovuti sparire e sono invece ancora marcatamente presenti. Ci ha affidati alle cure di Federica. Una terapista favolosa, che a pelle mi è piaciuta tantissimo, che ha già instaurauto un buon feeling con Diana, con delle mani che solo a guardarle senti calde e forti e con un'arte versmente speciale.... Ha una stanza bellissima, piena di colori, giochi, suoni, scatole, piano d'appoggio imbottiti.... Varcando la soglia ti metti già di buon umore, quasi dimentichi che tua figlia potrebbe avere delle lesioni... Entri lì e tutto l'ambiente intorno ti comunica che lì sarà fatto il miracolo, che lì non potrà non recuperare.... Poi incontri il sorriso di Federica, la vedi destreggiarsi come un giocoliere, sorreggere con una sola mano la tua bimba che normalmente precipita stile invertebrato spalmandosi sul materasso... La vedi catturare la sua attenzione con la voce, gli occhi, le mani.... Vedi tua figlia improvvisamente illuminarsi per una semplicissima bacchetta magica da 5 euro, verso cui inizia a spingere ditina e manina... Goffamente, con difficoltà, ma con una chiara intenzione.... E mentre le tue lacrime fanno "tlac" sul meraviglioso piano di lavoro rosso imbottito di Federica, inizi ad entusiasmarti.... Federica vuol vedere Diana due volte a settimana. Ci vorrà un secondo mutuo, ma so che ne varrà la pena. Intanto abbiamo fatto una etg sacrale, che ha fugato i dubbi circa una compromissione spinale. Attendiamo la etg cervello che faremo giovedì prossimo. E Diana inizia a recuperare anche a casa, sebbene io mi senta incapace e ipedita in confronto a Federica, quasi quasi l'ipotonica invertebrata divento io.... Va meglio con i massaggi, per i quali sono anche più preparata tecnicamente (in una vita precedente addirittura li insegnavo io a gestanti e neomamme)....

venerdì 8 maggio 2015

Fuori un braccino

Da un paio di giorni Diana riesce spesso a svincolare il braccio e passare a pancia in giù partendo dal fianco destro (dal sinistro ancora niente, solo pianto e disperazione). Sofia la incita, le fa i complimenti e la riempie di baci. Arianna la stritola, la bacia, proclama sempre orgogliosa "è mia Diana"... Il primo incontro con la psicomotricista, programmato per oggi, é saltato causa sua malattia..... Non so quale sarà il tuo futuro. Ma so che avrai sempre al tuo fianco due sorelle che non ti abbandoneranno mai.

sabato 2 maggio 2015

Dalle stelle alle stalle

La vita continua, il mio blog resta sempre più trascurato... E in questo anno un pezzo di vita in più si è aggiunto a sconvolgere le nostre esistenze. Un anno fa quella famosa "lineetta blu" mi annunciò che sarebbe arrivata Diana. Diana è arrivata e, con lei, tutto l'Amore e la visceralità che solo un figlio ti porta. Ma Diana non è stata fortunata.... Due bronchioliti da paura, con conseguente ricovero in terapia intensiva la prima volta e in rianimazione la seconda. Un mese e mezzo in ospedale da quando aveva 22 giorni fino al compimento del secondo mese. Un difetto cardiaco congenito, un potente reflusso che genera muco retrofaringeo e ripetuti laringospasmi (c'è però il dubbio che questi ultimi siano causati da una malformazione dei vasi sanguigni, chiamata "ring" o "anelli" vascolari). Si è aggiunta da poco la rilevazione di una marcata micrognazia (mento piccolo) e palato lievemente ogivale. Il pediatra non ha dubbi sulla necessità di procedere con una valutazione genetica, anche e soprattutto tenendo conto di un marcato ipotono e ritardo di alcune tappe dello sviluppo neuro e psicomotorio... Diana non prova a prendere gli oggetti, che pure vede e segue con gli occhi e ai quali sorride; non tiene ancora bene il collo nè le spalle; abbozza movimenti impacciati con mani e braccia, ma procede per scatti e cadute, non controlla assolutamente la traiettoria del movimento e non usa adeguatamente il pollice. Il 15/6 avremo il primo incontro con la genetista. Nel frattempo tentiamo il recupero psicomotorio con ginnastica, esercizi, stimolazioni quasi continue (cercando di salvarle il sonno ovviamente) e tutte le coccole possibili.... Lei si dimostra presente nella relazione, riconosce, sorride, si sintonizza quando le si parla schioccando la lingua e sorridendo.... Il suo primo sorriso, sulla soglia della rianimazione, quando - accasciata su sè stessa e affannata come se avesse corso una maratona - le sussurrai in un orecchio "ti prometto di portarti fuori di qui". Dopo quello tanti tanti tanti altri sorrisi, sempre più consapevoli e pieni di vita... Sorrisi che ti riempiono il cuore e sl tempo stesso te lo trafiggono...

giovedì 11 dicembre 2014

Recupero..... Si, ma come?

È fin troppo difficile riuscire a capire dove inizia il bisogno e finisce il capriccio; dove inizia la richiesta di attenzione e finisce la necessità di dare delle regole "educative". È fin troppo difficile soprattutto quando sai che tu, mamma, non stai attraversando il periodo più sereno della tua vita e questo sicuramente si sta ritorcendo su tua figlia come un boomerang. Che le sta togliendo serenità, allegria, certezze e sicurezze che fino a qualche mese fa aveva. Quando la sua maestra ti dice che negli ultimi tempi ha in classe una bambina da quella che ha conosciuto lo scorso anno, che non è più quella bambina "capace di divertirsi giocando con le sue stesse manine" di cui ti aveva parlato orgogliosa. appena sei mesi fa... E tu che da giorni e giorni ti chiedi come fare a combattere con tutti quei capricci, con quell'ostile e continua ribellione, con le provocazioni dirette e consapevoli, con quel continuo non ascoltare, non obbedire, contrastare per partito preso.... Ti prenderesti da sola a pugni per tutte le volte in cui l'hai rimproverata, sgridata, a volte anche un po' strattonata tentando di catturare la sua attenzione mentre le parli e lei continua a girare su sè stessa cantando ad alta voce... E tu, sempre tu, che stai affrontando un periodo veramente di m**da, con una casa comprata e pagata sei mesi fa rimasta incastrata in tribunale, che tra due mesi devi lasciare la casa in cui stai adesso, quella in cui sei nata e vissuta e che da un anno è diventata il rifugio di tutta la tua famiglia, perchè l'hai venduta per comprare quella di cui sopra e non hai un quattrino per trovare una soluzione alternativa; che in tutto questo hai un padre ammalato di cancro, e non si sa ancora a che stadio sia la malattia, che tipo di cure so dovranno affrontare, ma pure sei lì a fare il parafulmine cercando di essere presente, ottimista, forte, coraggiosa... E in tutto questo, tu sei quella al nono mese di gravidanza, quella a cui il medico ha ordinato riposo, quella che tra poco dovrà partorire..... Si, tu sei quella con tutto questo sopra le spalle, ma alla fine sei quella che comunque ha commesso l'enorme errore di far ricadere su una bambina di quattro anni i malesseri e le tensioni che lei non dovrebbe nemmeno conoscere. Tu sei quella che ha il dovere di tirare fuori le palle e tutelare la figlia, cacciarti indietro lacrime, tensioni, paure, ansie e quant'altro e creare per lei un'atmosfera serena, accogliente, rassicurante e calorosa. Tu sei quella che ha la responsabilità della sua vita, della sua crescita, del suo equilibrio, della sua tranquillità e pertanto sei quella che ha il dovere di esser grande, gestire da adulta in separata sede tutto ciò che non deve turbare la serenità di una bambina alle prese, già difficili, con una sorella di due anni ed una in arrivo, che rappresenta comunque una incognita, a dispetto di tutte le volte in cui lei si è dichiarata contenta o emozionata per questo nuovo arrivo.. Tu sei quella che adesso ha il preciso dovere di smettere di pensare "e a me chi ci pensa?", perchè in questo momento al primo posto non ci sei tu ma lei, tua figlia, di soli quattro anni, che chiede disperatamente attenzione, tempo, amore, presenza, certezze, conferme.... Vorrei chiederle mille volte scusa per tutte le volte in cui inconsapevolmente ho contribuito a farla sentire poco amata...ma quando ci provo finisco con il piangere davanti a lei, il che probabilmente la destabilizza ancor di più... E allora piango piano sul suo cuscino, quando lei si è addormentata ed io rimango ancora un po' a carezzarle i capelli e sussurrarle tutto il mio amore in un orecchio...

sabato 15 novembre 2014

Piccola in arrivo....

Abbiamo percorso insieme quasi tutto il nostro cammino.... Gli ultimi 50 giorni circa ci separano dalla nostra separazione, che sancirà anche il nostro incontro... Sei stata un 'ospite discreta, compagna di viaggio silenziosa e paziente; hai subito tante ansie, arrabbiature, momenti di sconforto e delusioni; hai assorbito le mie lacrime il giorno in cui ho saputo di te, alimentato le mie speranze quando ho sentito che ce l'avremmo fatta. Sei venuta con me a lavoro, a vedere case, contrattare con i mediatori; sei venuta a litigare con gli avventori, a tener testa agli avvocati, e poi ancora sei venuta con me in ospedale a tener compagnia a quello che tra poco scoprirai essere tuo nonno... Hai letto con me i referti dei suoi esami, hai pianto con me quando le notizie ci hanno spaventate, quando le sue sfuriate mi han fatto perdere il controllo, quando fare da parafulmine è stato frustrante e doloroso.. E poi... Hai già scoperto che quando mi arrabbio grido tanto, che parlo velocemente senza prender fiato, che mi emoziono guardando Notre Dame de Paris (credo tu lo abbia imparato quasi a memoria) e che a volte mi sento ingoiare da uno sconfinato senso di solitudine e fragilità a cui non so tenere testa.... Hai sicuramente anche già capito che hai due enormi e splendidi doni ad aspettarti dall'altra parte del pancione: due sorelle fantastiche con cui, piano piano, sono certa costruirai un legame di complicità e affiatamento che vi renderanno una forza nel mondo! A questo punto del nostro viaggio, piccola mia, posso dirti con certezza una delle poche cose che ho capito, di buono, negli ultimi anni della vita. Il terzo figlio, contrariamente al secondo, e un po' anche al primo, sai per certo che lo amerai alla follia. Non pensi mai che non potrai amarlo come gli altri, perché il secondo ti ha insegnato che basta il primo sguardo, la prima carezza, una piccola e fugace annusatina, per riscoprirti follemente innamorata del cucciolo che hai appena esso al mondo , e che ciò non toglie nulla all'indiscusso amore per il primo... Continuo a tenerti e portarti dentro di me, finchè avrai voglia di starci; continuo a sentirti parte di me, con la stessa viscerale integrità con cui da subito ho sentito chiaro il tuo nome dentro di me......

venerdì 19 settembre 2014

Strappi

E poi arriva il momento dei famosi "conti col passato"; il momento in cui prendi di petto i macigni attorno ai quali avevi lucidamente deciso di girare, o meglio sono loro a travolgere te. E nel modo e momento meno prevedibile di tutti, ti ritrovi a tirare fuori con tuo padre le cose "mai dette"; distrattamente, quasi alla svelta, inframezzando tutto con frasi come "avremo tempo e modo per approfondire"...tra una tac e una pet, con una diangosi di tumore in vescica da un lato, e l'attesa di una conferma di probabili metastasi polmonari dall'altro... Incredula e quasi inerme, sballottata tra gli eventi, mentre una bimba ti cresce nel pancione e inizia a scalciare facendoti sentire che la vita continua e rinasce sempre... La fragilità di colpo si veste di forza inaspettatamente calma, dal gusto amaro, certo, eppure nuova da assaporare... E ti ritrovi a non poter controllare più nulla, a dover consolare, rassicurare, sostenere, con il cuore granitico, evitando sapientemente di chiedere a te stessa come ti senta... Dai per scontato ogni giorno che ci sarà un domani; un domani per piangere, per ridere, per giocare, per vendicarti, per coccolarti, divertirti.. Un domani per oziare, imparare qualcosa di nuovo, fare una ricerca, il cambio dell'armadio, provare quella nuova ricetta... E poi di colpo, domani, ti ritrovi tra le carte di un ospedale, a fare i conti con aghi, diagnosi, infermieri, incertezze e soprattutto attese interminabili... È questa la vita. Bella e amara, avara e generosa, ti prende e ti dà... È anche questa la vita.

domenica 13 luglio 2014

A volte ritornano.... Dubbi e timori sull'allattamento in tandem

Arianna ha 22 mesi; quando é nata allattavo ancora Sofia, allora 25 mesi, e per 5 mesi circa ho proseguito in tandem.
Mi è capitato di scriverlo altrove, è stata un'esperienza molto difficile; avevo voglia di coccolare e rassicurare la mia primogenita, catapultata di colpo in un mondo nuovo, ma d'altra parte mi rendeva nervosa spesso la sua insistenza, i suoi continui movimenti durante le poppate, allattarla mentre si contorceva, non riuscire a negoziare nulla sui tempi o sulla frequenza delle sue richieste; a volte mi sentivo ostaggio, provavo insofferenza, un vero casino di emozioni. 
I miei ormoni, le sue fragilità, i miei sensi di colpa, lasciavo e riprendevo, la sgridavo, poi la riaccoglievo.... Dopo 5 mesi ho capito che stavo facendo male a entrambe, e - con un gesto unilaterale e drastico - l'ho staccata per sempre.
Adesso Arianna ha 22 mesi. Sempre allattata con amore e convinzione, ho fatto di tutto per proseguire l'allattamento nonostante il lavoro full time, tiralatte in borsa per quasi un anno, tutto l'amore e il trasporto che solo una mamma può provare.
Ma adesso nella mia pancia c'è un'altra bimba, da 15 settimane.
Il pensiero di ricominciare con un tandem come quello mi atterrisce, so di non essere fatta per quel tipo di relazione, e già da adesso mi trovo a nutrire a tratti insofferenza quando lei si contorce, scalcia, sale e scende dalla poltrona continuando a tenere in bocca il mio capezzolo.... Quando ci mettiamo a letto la sera e mentre l'allatto passa per tutte le posizioni, salendomi a cavalcioni sull'addome, scavalcandomi per poi mettersi in ginocchio; quando le chiedo di lasciarmi un attimo e per risposta lei stringe di più.... 
Credo il latte sia ormai drasticamente ridotto, e ciò la rende più ostinata e nervosa nelle richieste, frequenti di giorno, e ancora presenti nei suoi 1-2 risvegli notturni.
Ritrovarmi a nutrire emozioni contrastanti mi getta in panico; non voglio ripetere con lei gli errori fatti con Sofia; non voglio sgridarla, e quando sento che mi parte l'istinto di rimproverarla, mi ingoio quel moto di rabbia, con tutti i suoi sensi di colpa, ma tutto mi monta dentro, mi sento prigioniera...  E capisco che così non va. Non è questo l'allattamento, non è questo ciò di cui abbiamo bisogno, nè io, nè Arianna, nè la bimba nella pancia.
Ieri sera ho deciso che basta. 
Ho spiegato con dolcezza ad Arianna che la mamma così non lo sopporta più, che il suo amore non cambierà mai, che troveremo altri modi per farci le coccole....
Ovviamente Arianna piange.
Protesta, scalcia, si dimena...
Ovviamente.
Ma alla fine, carezzandole il pancino, si mette a ridere, e ridendo si é addormentata.
Stanotte alle due, primo risveglio "horror"... 
Grida, pianti, contorsioni, amore mio in preda all'incapacità di addormentarsi senza ciucciare...
Le ho sussurrato il mio amore mentre mi prendeva a calci, ho cercato di cullarla,  le ho parlato con tono rassicurante, proposto acqua, succo di frutta, lei inconsolabile, ancora grida, contorsioni, rischio di farsi anche male rigirandosi nel letto senza una direzione...
Mio marito mi suggeriva di andare via, io non me la sono sentita...
Dopo mezz'ora di inferno, che dentro di me è durata 9 ore, si è addormentata tra le mie braccia e io sono scoppiata in lacrime.
Mi domando se abbia ragione mio marito, se sia meglio andar via del tutto, o se la mia presenza sia invece importante per dimostrarle che mamma non è scomparsa, ma che dobbiamo cambiare metodo.....
Il mio odore, in questo momento, le farà più male o più bene?
Mi domando come faremo, quanto durerà, quante volte avrò l'impeto di cedere, facendole più male, perchè so che dopo me ne pentiró.. Quante volte piangerà, come si sentirà sperduta e disorientata... 
In che modo possa renderle meno doloroso un passaggio a  cui non è ancora pronta, ma che sento necessario per non corrodere la nostra relazione, con gli stessi errori compiuti un anno e mezzo fa con Sofia....
Alle sei nuovo risveglio... Con gli occhi ancora chiusi mi domanda "cucco"; io prontamente le dò il succo di frutta, che beve avidamente, per poi stendersi di nuovo nel letto. Le dò in bacio, esito sul da farsi, le dico che mi alzo solo per andare in bagno e torno.... Lei inizia a piangere, mio marito mi dice "lasciala a me"... Esco dalla camera da letto chiudendo la porta alle mie spalle, con la sensazione di tradirla, abbandonarla, farle del male. La sento piangere mezzo minuto, poi di nuovo il silenzio..... Avrà allora ragione mio marito? Sarà meno doloroso per lei se per un po' mi staccherò del tutto ? Sarà forse più mio il bisogno di starle accanto? Quanto è difficile separare il suo bisogno dal mio, e agire in modo da salvaguardare solo e comunque il suo ?