E intanto Sofia cresce.
Cresce, si ammala, prende ancora tanto latte, impara a contare (certo, a modo suo e solo fino a cinque… ma sono soddisfazioni!)… impara che lei si chiama “Fia” e papà si chiama “Ciccio”, mentre mamma si chiama “Vale” (a volte anche “Vali”)…. E che tutti quanti di cognome ci chiamiamo “Beca” (in realtà ci chiamiamo BeGa, con la G, ma lei lo dice così orgogliosa… che per ora glielo stiamo lasciando dire così….). E poi ha imparato che mamma è “cin-ta”, che sotto l’ombelico di mamma c’è un fratellino (o una sorellina) a cui dice “Tao” e a cui spesso manda un bacio…
Ebbene si… Mamma è di nuovo in attesa.
Undicesima settimana in corso.
Prima ecografia fatta: al momento tutto va bene. E’ uno; è ben innestato; il suo cuore batte.
E Sofia, intanto, non si addormenta più prima di mezzanotte.
Mamma non ha più tempo da dedicare a sé stessa.
Quel tempo che prima ritagliavo la notte, adesso è sfumato; le serate corrono dietro di lei, da un gioco all’altro, da un cartone all’altro, da un tentativo di nanna all’altro.
Ancora adesso, comunque, riusciamo ad addormentarci abbracciate.
Lei prende il mio latte, lo cerca, lo vuole, lo chiede.
A me sembra che sia molto diminuito, ma lei non smette di volerlo.
Penso a quanto sia bello, sebbene stancante, adesso quando lei si addormenta stretta a me.
Penso a quanto tutto sarà diverso tra sette mesi, quando lei sarà “la grande”, a soli due anni, e i ritmi dovranno cambiare, le priorità trasformarsi….
Penso a tutte le persone che mi hanno detto di smettere di allattarla, e a tutto l’amore con cui io sto continuando a farlo.
Quanti dubbi, quanta emozione, quanta gioia, quanta paura….
Quanta voglia di contatto, di essere rassicurata, di sentirmi “tenuta” anche io, un po’….
Quanta voglia di ritrovare degli spazi per Ciccio e me; di un bacio sul collo quando lavo i piatti, di una carezza senza motivo o di un intreccio di dita guardandosi negli occhi. Quanto bisogno di tornare “donna”, ogni tanto magari anche un po’ amante…
E quanto orgoglio nell’essere mamma, nel sentire le forze che si esauriscono e il pensare che comunque, con la casa in disordine, i ciuffi di polvere sotto il divano, la biancheria stirata ogni sei mesi e i pranzi spesso improvvisati… ce la stiamo facendo. Che questa è la nostra vita, la vita che abbiamo scelto di vivere con tutte le sue difficoltà, le carenze, le condizioni avverse; la vita che abbiamo scelto di costruire sfidando la disoccupazione, il lavoro precario, la casa in affitto e tutto il resto. La vita che amo, anche se a volte la tradisco un po’, ma che non ridarei indietro per nulla al mondo. La vita che, certamente, si complicherà ancor di più quando i cuccioli saranno due, e la mia cucciola dovrà fare un po’ a meno della sua mamma, imparare a giocare da sola ogni tanto, imparare che quando sta male non esiste solo mamma, ma anche papà; imparare che qualche volta il suo latte dovrà aspettare un po’, e malgrado tutto ciò non perdere la fiducia nella sua mamma.
Penso che non devo dimenticate che l'amore, per fortuna, non si divide mai... ma si moltiplica, come sta accadendo dentro di me in queste settimane....
Quante paure.
Quanto amore.
Quante rinunce.
Quanti doni.
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