Periodicamente per me è tempo di bilanci…
È molto tempo, in realtà, che non mi fermo a farne uno; ma proprio in questi giorni è successo qualcosa in terapia, che mi ha spinta a ripercorrere a ritroso tanti anni della mia vita, con uno sguardo un po’ più attento, ma meno giudicante del solito.
Un po’ come sfogliare le pagine di un libro che dovrei conoscere alla perfezione, e di cui invece scopro quasi sempre sfumature e contenuti che non conoscevo.
Tornare indietro ha significato tornare per un po’ tra i banchi del master, poi alla scrivania del dipartimento in cui ho fatto il dottorato di ricerca, nel corridoio tra la biblioteca e il distributore dell’acqua… tornare indietro all’atmosfera dell’università, ormai per me così lontana, eppure così profondamente presente nella mia vita. Tornare indietro tra i primi incerti approcci con il mondo del lavoro, ma anche (per fortuna) sulla pista fa ballo a ballare salsa (ballare… oddio.. diciamo pure che io la zoppicavo !!) nelle fresche sere d’estate con il mitico Mario, che non dimenticherò mai anche se non ne ho più notizie! So che è difficile crederlo, ma è stata una delle poche persone della mia vita con cui, pur avendo condiviso molti momenti e uscite serali… bhè, non c’è mai stato il benché minimo accenno di fraintendimento né di equivoco sul piano personale !
Tornare indietro e scivolare come su una slitta che va all’impazzata ha significato anche ripassare le dita sui solchi di momenti difficili, di disorientamento e di solitudine, in cui ho veramente rischiato di perdermi del tutto. E poi ancora scoprire per la prima volta quanti piaceri ho rifiutato e a quante cose buone ho detto “no”. Ma si, ammettiamolo pure ! quante cotte non confessate, quanti baci non dati, quante storie mai iniziate… quante fughe sul più bello, a volte per paura dei legami, a volte per paura di espormi e di mostrarmi con persone verso cui nutrivo un senso di inferiorità pazzesco!
Ripassare le mani sopra tutto questo, risentendo a volte anche odori e sapori di momenti e di persone passate, è servito malgrado tutto a farmi tornare felice e orgogliosa sul mio presente, al quale ho ancora tutta la voglia di sorridere… tornare da mio marito, che rimane sempre una delle più grandi certezze della mia vita; riscoprire la sua presenza, la gioia che ha sempre portato nella mia vita, la sua semplicità; ritrovare l’entusiasmo delle piccole cose per cui abbiamo riso come matti, risentire la sensazione avvolgente e rassicurante dei suoi abbracci. Ritrovarlo compagno di avventure in una ristrutturazione di casa (con annesse opere murarie) completamente improvvisata e conclusa in meno di 3 mesi; ritrovarlo al mio fianco all’altare nel giorno più bello della mia vita, e poi ancora con me, in sala parto, alle mie spalle, a sussurrarmi parole di conforto che non ho mai ascoltato attentamente, ma che mi hanno infuso un sacco di serenità e di coraggio…
Ritrovare mia figlia, paffuta e rosea, che dorme al mio fianco sul seggiolino dell’auto, e che inizia ad abbracciarmi di notte, mettendosi sul suo fianco per dormire appiccicata a me. Mia figlia che dice mamma e papà, ride a tutti i giocattoli, domanda “chi è?” quando vede il suo faccino nello specchio o in una fotografia; mia figlia che fa l’indiana, mi lecca il viso, piange e protesta quando la distendo sul fasciatoio per cambiarle il pannolino… mia figlia che fa quel profumo inconfondibile di bimba, con quelle pieghe vellutate dietro la nuca, dentro cui a volte tuffo il naso fino a farlo sparire… mia figlia con quelle ciglia lunghissime, li occhioni profondi e grandi che luccicano sempre, e una piccola margheritina dietro un orecchio...
Mia figlia che non cambierei con niente al mondo, nemmeno quando diventa capricciosa e non vuol stare in nessuna posizione…
Tempo di bilanci, condotti con un pizzico di malinconia e con qualche rimpianto, ma conclusi con una grande gioia e un enorme sollievo per quello che ho oggi….
Nessun commento:
Posta un commento