Da quando sei venuta al mondo, ti ho sempre considerato "mia"...
Sei "mia figlia", sei "la mia gioia", sei "la mia piccolina"....
In questi ultimi giorni, inizio a rendermi conto che forse, in realtà, tu sei del mondo.
Il mondo ti appartiene, almeno tanto quanto tu appartieni ad esso.
E più ti guardo, più mi inebrio della tua gioia, della solarità, della bellezza del tuo essere, e più sento che è giusto che tu vada per il mondo, che tu regali al mondo la luce e il calore dei tuoi sguardi curiosi e accattivanti; che il mondo si nutra di te e ti nutra, si spera, di tutto il buono che esiste.
E malgrado tutto ciò, mi godo ancora in pieno il privilegio di poterti allattare, l'emozione dei tuoi progressi, dei tuoi sorrisi, della tua crescita che non smette mai di emozionarmi. Mi sento pienamente e fortemente "la tua mamma", sebbene forse ancora - a volte - stenti a crederci.
Sei un miracolo; sei l miracolo della vita che si dona e si mette al mondo; sei il miracolo dell'amore di due persone che possono fondersi e dar corpo ad un'anima pura; sei il miracolo di tutti gli scintillii che vedo nei tuoi occhi ogni volta in cui scopri qualcosa di nuovo, o impari a strapparmi una risata.
Sei la tenerezza che esplode quando spalanco le braccia e ti precipiti ad accucciare la tua testa nel mio grembo.
Sei tutto ciò che avrei mai potuto desiderare, e molto molto di più.
E così, oggi più che mai ti dedico dei versi, a me tanto cari, di Kahlil Gibran:
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.
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