Se avessi creato questo blog sei mesi fa, avrei scritto decine e decine di post sull’allattamento; ogni giorno avrei avuto un dubbio diverso, un interrogativo nuovo, una paura in più…
Oggi invece posso raccontare un’esperienza meravigliosa, che continua ancora, finalmente con serenità e senza mille paure (prima tra tutte quella di svegliarmi improvvisamente una mattina senza latte).
Sofia si è attaccata al seno senza nessuna difficoltà, una ventina di minuti dopo essere nata; per i primi due giorni ha ciucciato quasi ininterrottamente in ospedale; la mattina del terzo giorno, in corrispondenza con il nostro rientro a casa, è arrivata la montata lattea.
Dopo quei due giorni di sfregamento quasi continuo, la pelle dei capezzoli si era irritata (malgrado i precedenti mesi di preparazione con olio di mandorle); è stato salvifico per me l’olio VEA (che può anche essere ingerito dal bambino, quindi non necessita di lavaggi o altro). Costa un po’, ma ne vale la pena: almeno a me ha permesso di continuare a insistere nonostante il fastidio iniziale ed ha bloccato sul nascere il fenomeno irritativo, che probabilmente avrebbe potuto degenerare con delle ragadi… invece non ne ho mai avuta una, continuando ad applicare il VEA mattina e sera per i primi due mesi; poi sono diventata meno ossessiva, anche perché il problema era davvero rientrato.
Lo scoglio veramente più duro, almeno per me, è stata la pressione esercitata da familiari e conoscenti, sempre un po’ troppo prodighi di consigli, moniti e idee personali, quando non addirittura di critiche e presagi di sventura…
“Allatti al seno? Ma non lo sai che poi diventi schiava?”; “Ma sei sicura che il tuo latte sia buono?”; “Ma è di nuovo al seno? Ma sei sicura di avere abbastanza latte?”; “Devi attaccarla al seno ogni tre ore, dieci minuti per seno, e poi basta!”; “Deve esserle chiaro fin da subito che il seno serve per mangiare, altrimenti poi diventa ciuccio e tu non avrai più una vita normale”; “A sei mesi ancora il tuo latte? Ma quando pensi di toglierglielo?”; “Si ma almeno un biberon di latte artificiale daglielo la sera, così dorme tutta la notte e tu hai il tempo di rifare il latte per il giorno dopo!”; “Ma come, il ciuccio non glielo dai ???”; “Il colostro ?? Ma non si da il colostro, fa venire l’ittero!!!” (questa credo sia la più assurda che mi sia stata detta!)…
In una fase (quella iniziale) in cui i dubbi ce li hai già da te, tutte queste considerazioni non aiutano e soprattutto tutti quei “ma sei sicura che…” ti fanno montare l’ansia a centomila; vorresti tanto rispondere “no, non sono sicura di un ca**o, perché è la mia prima figlia e non ho esperienza in merito, ma vorrei avere il tempo di capirlo con calma se permetti”…. E forse solo quando esci dal vortice capisci che tutte quelle “sicurezze” non servono a niente, se non a farti perdere la meraviglia della scoperta giorno per giorno.
Fatto sta che se non sei fortemente determinata a continuare per la tua strada, il rischio di cedere è abbastanza forte…
Ho allattato Sofia “a richiesta”, assecondando sempre i suoi tempi, senza orologio e senza misurazioni; mai fatta una doppia pesata; ho ascoltato i suoi ritmi permettendole di addormentarsi in santa pace al seno quando era stanca, e garantendole di ritrovarlo al suo risveglio. Pian piano mi sono accorta che lei un ritmo piuttosto buono lo aveva anche preso, e in effetti al secondo mese ciucciava più o meno ogni due ore… solo che quelle due ore volavano ed io non me ne accorgevo!
Passata dunque la sensazione di “irregolarità” che all’inizio mi aveva un po’ destabilizzata, ho continuato ad allattare Sofia senza mai ricorrere a latte in formula; malgrado fosse estate non le ho mai dato nemmeno l’acqua (del resto quella necessaria è contenuta già nel latte materno); il ciuccio non lo ha mai voluto lei…. Insomma, solo tetta e ancora tetta !
Lei ha avuto pochissime coliche (solo due volte sono state veramente forti e non le ho comunque dato dimeticone o altri farmaci… in quelle due occasioni ho usato un prodotto vegetale a base di finocchio, melissa e passiflora, che non solo le piace molto, ma ha anche avuto buoni effetti su di lei).
Malgrado tutto sia sempre andato bene, fino al quarto mese abbondante ho convissuto con la paura di perdere il latte da un momento all’altro; più volte durante il giorno controllavo di averne abbastanza ed ero ossessionata dal timore che qualcosa potesse “bloccarsi” all’improvviso.
Il punto di svolta è arrivato quando il suo pediatra, per la prima volta, mi ha spiegato ome funziona la ghiandola mammaria (paragonandola alla parotide), precisando che questa non è fatta per “contenere” latte, quanto per produrlo ed esortandomi anzi a tenerla più vuota possibile (ricorrendo anche più volte al giorno al tiralatte) per essere sicura di produrre sempre abbastanza latte….
Da allora ho smesso di controllarmi ed anche se trovo il seno più morbido o piccino, so che Sofia troverà ugualmente latte... ed è migliorato anche il mio rapporto con il tiralatte !!!
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