Capitolo per me piuttosto impervio e, al momento attuale, anche un po’ doloroso…
Ho iniziato a lavorare piuttosto giovane (almeno stando agli standard attuali, soprattutto qui al Sud); a 25 anni ho avuto il mio primo contratto, e anche se il lavoro che facevo non c’entrava niente con quello che avevo studiato e che amavo (e amo ancora) l’ho comunque preso con entusiasmo, grande impegno e voglia di crescere.
Ho imparato un mestiere più o meno da sola, sbattendo la testa su un mondo per me completamente nuovo, quale quello della progettazione e della gestione di progetti finanziati dalla Comunità Europea. Nell’arco di un paio d’anni ho girato tutte le mansioni e ho imparato a fare praticamente tutto: progettare, gestire, rendicontare, amministrare, monitorare etc etc etc.
Ho fatto cose più belle e cose più noiose, mi sono cimentata come responsabile didattica nei corsi di formazione, ho fatto il tutor d’aula, mi sono occupata della logistica dei corsi, ho progettato su vari bandi, ho insegnato in aula, ho fatto i bilanci di competenze, diretto gruppi di orientamento, lavorato con professionisti sulla formazione continua… fino ad arrivare ad avere il ruolo di project manager in un progetto transnazionale con Malta. Per 18 mesi ho gestito dalla A alla Z un progetto internazionale, in lingua inglese, viaggiando quasi ogni mese e imparando un mondo di cose nuove, anche burocratiche e legislative. Mi sono ritrovata al cospetto di Ministri e Presidenti e persino sui giornali (quelli Maltesi, ovviamente).
Insomma, ho creduto di avere in mano un ruolo importante, o comunque abbastanza forte da garantirmi il futuro.
Per 7 anni sono rimasta a fare questo lavoro, rinnovandomi ogni sei mesi circa, ma passando da un contratto a progetto all’altro. E questa è stata la fregatura ! Perché, diciamocelo senza peli sulla lingua, quando sono rimasta incinta il sogno è svanito e, completato il periodo di riferimento del contratto che avevo in quel momento, nessuno si è degnato di dirmi nulla… alle soglie del settimo mese, il 31 marzo del 2010, sono rientrata a casa da lavoro per l’ultima volta.
A quel punto… mi sono gettata a capofitto nella mia maternità; ho iniziato a ricamare bavaglini (mai preso un ago in mano in vita mia), a costruire le bomboniere per mia figlia (mai impastato cernit in vita mia prima di allora), a prepararle il corredino e la stanzetta… insomma, mi sono preparata al suo arrivo.
Da quando Sofia è arrivata faccio, con gioia immensa, la mamma a tempo pieno, e mi sto godendo ogni istante della sua crescita e delle sue giornate.
Da quando Sofia è arrivata faccio, con gioia immensa, la mamma a tempo pieno, e mi sto godendo ogni istante della sua crescita e delle sue giornate.
Sta di fatto che un lavoro ci vuole, anche (ma non solo) perché Ciccio non ha un posto “fisso” e il suo lavoro è sempre molto instabile ed incostante.
Al momento stiamo attingendo ai fondi messi da parte in passato, ma è ovvio che è necessario trovare qualcosa anche per me.
Vorrei iniziare a mettere a frutto gli anni di studio e di impegno personale nel mio settore; una laurea in Psicologia e tra non molto una specializzazione in Psicoterapia devono permettermi di svolgere il lavoro che amo e che ho sempre desiderato fare… Ma avviare la libera professione è difficile, specie in un settore così difficile da “pubblicizzare”. Mi sono sistemata nello studio di una collega, ma al momento lavoro solo a progetti ideali, e arrivo a sentire la mancanza delle pazienti seguite per 2 anni al servizio di psicologia (come tirocinante specializzanda).
In alternativa, almeno per un po', vorrei riuscire a trovare un part time mattutino, per non smettere di crescere Sofia, e comunque contribuire alle economie familiari… Ma fino ad ora ho avuto richieste e proposte di full time, che non mi sento di accettare (non mi accontento di tornare a casa la sera, in tempo - forse - solo per metterla a nanna… )
Ogni giorno mi chiedo cosa possa fare per costruirmi qualcosa, come possa trasformare le mie tante passioni in qualcosa di redditizio…. Mi piace fare qualcosa di manuale (ho costruito bigiotteria in passato, realizzo confetti, piccoli gadget in cernit etc), ma non sono capace di trasformare queste abilità (per altro enormemente rudimentali) in attività “commerciali”; è l’intraprendenza commerciale quella che mi manca del tutto… Mi dibatto tra la delusione per aver perso un lavoro che avevo imparato ad apprezzare, la frustrazione per non riuscire a svolgere quello che ho sempre amato e il desiderio di conciliare il mio ruolo di mamma con qualcos’altro, che mi faccia sentire anche realizzata sotto altri profili.
Anche qui, la mancanza di un’arte rappresenta il grosso “ostacolo” per la mia realizzazione, e anche di fronte a questa cosa, finisco con il fermarmi più o meno in sospeso, sperando che qualcosa cambi per qualche strana coincidenza… e aspetto con fiducia… ancora per un po’…
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